Cosmo è insonne da Quando ha incontrato te

Questa canzone parla di chi non riesce a dormire e di chi sì


Stasera, anzi stanotte (per tener fede al testo), vi parlo dell’ultima canzone di Cosmo, così ultima che ancora (h 00.35) non la si trova su YouTube, potete invece ascoltarla su Spotify a cui trovate il link sul fondo di questa analisi testuale, se così vogliamo chiamarla.

Potrei alzarmi e trascinarmi in cucina, chissà in frigo che c’è
Potrei prendere coraggio e svegliarti, chiacchierare con te

Cosmo non dorme, capita a tutti prima o poi di trovarsi a tu per tu con la notte. Quando accanto a te, invece, qualcuno riposa serenamente, anche l’insonnia ha un gusto diverso. Se fosse solo probabilmente verso il frigo ci andrebbe, ci pensa all’idea di svegliarla, di portarla con sé in quel guaio di mancato sonno.

Con te di che ma no
Meglio se continui a dormire non venire quaggiù
Il tuo sonno vale più di un respiro, tieni in vita anche me

Ma poi no. Ci son quelle persone per cui il volto sereno degli altri conta più della nostra stessa quiete. Che quella quiete, dona anche a chi la guarda un tesoro che vale più di un volto riposato.

Guardo dentro di me o forse no
Quanto è borghese tutto questo, mi vergogno un po’
Non so più come sto, chi vincerà

L’eterna diatriba sull’interrogarsi o meno. Se sia il caso o meno di guardare la propria vita con una criticità che riserviamo solo a noi stessi.
O se invece sia meglio abbandonarsi a una quiete borghese, che ci fa sfigurare un po’ quando la notte ci tiene svegli di fronte al nostro io più giudicante.
E non sai quale delle tue anime prenderà il sopravvento la mattina.

Speriamo spunti fuori qualche bel ricordo
Quando ho incontrato te, e chi lo sa
Manco ricordo quand’è che mi hai dato il numero

Il rischio è quello di scordarsi, insieme alle domande, anche le risposte del passato. Quelle che hanno delineato quello che siamo. Un po’ come quando oltrepassati i problemi ci dimentichiamo sia quelli che la soluzione. E quello che abbiamo è un po’ tutto scontato.

È la grande macchina che riparte come in ogni città
Per produrre per il bene di chi, tra poco tocca a me
Ed io che faccio? Non sono pronto

Anche la più lunga delle notti, finisce. Il giorno è annunciato a gran voce dai rumori dei risvegli di chi per primo viene inghiottito dalla macchina della produttività. Ogni santo giorno. E prima o poi toccherà anche a noi lasciare il letto e la sicurezza di quel tempo dove nessuno ti viene a cercare. Non sei mai sicuro di essere abbastanza pronto per un giorno nuovo.

D’improvviso chiudo gli occhi ed è l’alba ma va bene così
Anche se tra poco devo svegliarmi mi addormento

E infine succede sempre. Ci addormentiamo quando non credevamo più di potercela fare, quando eravamo pronti ad aprire il frigo della prima strofa. Invece, arriva il sonno, di quello che quando ti alzi sei più stanco di prima.

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