Christmas in Furs

Di quella notte che ho appeso animali per tirar su 100€


La prima audace cliente della serata è Miss Take, una drag queen di un metro e novanta che sbatte la sua pelliccia di vera volpe sul banco. Una mano sul fianco e una tesa e frettolosa verso di me, in attesa del numero corrispondente alla sua volpe. Io balbetto nei gesti, mi ripeto le istruzioni di Debora, la mia amica esperta guardarobiera per prima cosa cerca i bottoni e allaccia il più alto, se non ce n’è, allora usa la cerniera facendo attenzione a non incastrarla. Bene. L’animale non collabora e mi scivola giù dal bancone, l’afferro al volo, con poca dimestichezza riesco ad agganciare un dannato alamaro e lo sistemo nell’appendiabiti a scorrimento dopo aver sfilato il numero 2 dalla gruccia. Finalmente lo consegno a Miss che scocciata se ne va senza ringraziare. E un* è andato.

La mente vola al caminetto acceso che ho lasciato a casa dei miei. Al vino gratis che abbondava in tavola… mia madre stappa bottiglie per la gioia di farlo, dopo due dita di barbera sono tutti stesi e io nella confusione generale svuoto bicchieri di cristallo come fossero limonata. Mi piacciono le feste principalmente per l’illusoria opulenza del momento.

-Ciao tesoro, ma che bella pelle di pesca, che crema usi?

Un ragazzo dai capelli biondi piastrati e un filo di trucco mi richiama alla realtà.

-Nessuna crema, bevo molta acqua

-Na, io preferisco la salsa yogurt tesoro

Sistemo il suo cappotto grigio topo porgendogli il numero 115.

Torno al tappeto su cui Duchessa si fa le unghie solo a Natale perché mamma dopo le suddette due dita di barbera è semi svenuta sul divano che a vederla sembra richiamare alla mente la sua gioventù nei prati coi fiori in bocca. Make love not war. Potrei approfittarne per dirle che sono stata io a distruggere il ciliegio con una pallonata la scorsa primavera.

-Hai una bussola? Mi sono perso nei tuoi occhi.

Eccolo, l’imbecille della serata si palesa alle 2 circa. Ci sono solo più poche stampelle vuote, come il suo arido cervello.

-Se cerchi il bagno lo trovi di là, ma fai attenzione che è pieno di specchi

Mi porge il suo squallido piumino giallo ocra e ritira irritato il suo numero, 300. Il bello del lavoro di una notte è che puoi interagire liberamente e aspramente con i signori clienti senza alcuna conseguenza. É liberatorio. Ho iniziato questa giornata piegando ordinatamente tovagliolini rossi e disponendoli nei calici del servizio buono secondo le direttive di caporal-madre, ora mi ritrovo qua, a metter via giacche al Vanity, la più antica ed elitaria serata gay di città e provincia.

(

Qua i bicchieri sono in plastica e l’alcol è scadente, ma i vestiti son sempre quelli buoni, decisamente più audaci. Chissà come era vestita Miss Take a pranzo stamattina o che regali ha ricevuto. Me la immagino scartare un paio di scarpe Paciotti rosso fuoco.

Il numero 2 irrompe con arroganza nel mio ricamo mentale. Miss è di fronte a me, il trucco un po’ sbavato, dopo i molti gin tonic ha una voce diversa da quando è arrivata, una ruga le attraversa la guancia sinistra mentre mi porge il suo drink e mi dice:

-Fai un sorso che sarai stanca di ‘sta sfilata di pollame.

Ha le mani nodose di chi lavora davvero mentre mi porge il suo bicchiere. Bevo un sorso dalla sua cannuccia, mi rimane il gusto del rossetto in bocca. Recupero la volpe e la riconsegno alla legittima proprietaria, che se ne va con l’animale in spalla, uscendo cammina con meno grazia, come se fosse stanca di recitare quella parte. Forse il caminetto il 25 di dicembre manca anche a lei.

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