Breve storia di un’insolita serata nelle Langhe
Ieri sono stata ad Alba in occasione del festival LGBT* organizzato dal Collettivo De-Generi.
Una chiacchierata in intimità guidata da Silvia Corti (in arte Slavina), attivista postporno e scrittrice, e Manuela Moretto, consulente di Valigia Rossa. Nonostante gli ottimi presupposti sono partita da Torino, dove abito, con una buona dose di scetticismo da femminismo cittadino. A Torino siamo pieni di serate friendly, dibattiti sulle sessualità, collettivi queer. Cosa potrà mai aggiungere alla mia prospettiva un incontro in ora aperitivo in un salottino chic nel cuore delle Langhe?
Sono stata piacevolmente smentita.
60 persone circa riempivano completamente un stanza messa a disposizione dall’Associazione Asso di Coppe per l’occasione. Ragazze giovani, meno giovani, uomini incuriositi o costretti. Una platea eterogenea quanto affascinante. Una cosa che a Torino ci scordiamo, perché gli eventi sono targettizzati per chi arriva già con un bel background di cultura queer, anticapitalista consolidata. Qui avviene quel miracolo che è il terreno comune calpestato insieme a chi non parla come te, non legge i libri che hai letto tu, e non sa cosa sia il pornoterrorismo. Questo è il valore aggiunto di un incontro come quello di ieri.
Slavina forse all’inizio è po’ timorosa. Parlare di squirting in provincia di Cuneo è roba da gente coraggiosa. Posso mostrarvi un video? — Chiede cautamente — Se vi turba, possiamo poi parlarne assieme. Invece guardano tutti con attenzione, nessuno si scompone o sgrana gli occhi. In questa stanza sovraffollata stiamo normalizzando il discorso sul sesso.
Iniziamo poi con le domande che abbiamo formulato anonimamente su un bigliettino prima di cominciare. Già. Questa serata funziona perché l’incontro è studiato per questa platea. Non per gli ingombranti interventi della portavoce del collettivo più disobbediente che monopolizza l’attenzione per almeno 30 minuti l’uno; ma per dare spazio anche a chi ha dei dubbi più semplici, per chi vorrebbe chiedere, ma non osa. Qui vale tutto. Si parla di piacere, di salute. Slavina e Manuela si passano la palla in un dialogo che funziona. La prima, cadenza romanaccia a favore, ammicca al pubblico con frasi fuori dai denti, dissacra il tempio del sesso, che è più un mercato. Perché come dice lei, la sessualità non e fiction, è più un documentario.
Manuela, invece, nella sua valigia rossa ha sempre un oggetto pronto per ogni evenienza: i classici dildo non li tira neanche fuori. Va più sul raffinato. Lubrificanti ad hoc per questa o quella attività, non quelli che puzzano di plastica, per carità. Fa girare una boccetta infiocchettata che profuma di rosa. Di mano in mano, vogliono tutti annusare il liquido miracoloso. L’erotismo si può nutrire di chimica e di oggetti molto più semplici di ciò che crediamo.
Sono certa che tutt* abbiamo imparato qualcosa. Per esempio che un preservativo può essere tagliato, aperto, e usato come pellicola da applicare sulla lingua per proteggerci dalle malattie sessualmente trasmissibili quando decidiamo di fare un cunnilingus durante un rapporto occasionale. Che se non vi fa impazzire il gusto profilattico esistono degli appositi cappucci per lingua, al cioccolato!
La sessualità è un calderone molto ampio e si è parlato di ciclo, di coppette mestruali. Non sono solo amiche dell’ambiente e del portafogli, ma aiutano a prendere una maggiore confidenza con il nostro corpo. Conoscere l’abbondanza del nostro flusso, avere un rapporto più schietto anche con il nostro sangue, senza demonizzarlo. Una cosa utile che ho imparato è che il ciclo mestruale è un ottimo concime per le piante. Per me che riesco a far morire anche le piante grasse di plastica, è una vera rivoluzione. Usatene poco, è potentissimo. Consiglia una ragazza dall’ultima fila. Non fate quell’espressione schifata. Non dovete bere un frullato di mestruo; si tratta semplicemente di svuotare parte della vostra coppetta mestruale nel vaso del basilico sofferente per rinvigorirlo un po’. Io ci proverò.
Ridendo e scherzando si è fatto tardi. Alba fa le ore piccole stanotte. Lo sforzo è stato intenso e piacevole. L’ossigeno dentro la piccola stanza è quasi terminato. È ora di chiudere questa parentesi trasgressiva sperando che ognuno porti in giro qualcosa di ciò che ha appreso questa sera.
Io (oltre al favoloso concime mestruale), ho imparato che a volte le piccole realtà, magari appena nate, hanno più coraggio dei consolidati ambienti associazionisti a cui facciamo riferimento da sempre e in modo piuttosto autoreferenziale. Condividere quel poco con qualcuno di molto diverso continua a valere molto di più che annuire insieme a chi è cresciuto come te.