Le ragazze stanno bene, ora.

La rinascita e la gioia che c’è nel rassegnarsi allo scorrere del tempo


Vasco Brondi spende spesso qualche parola nei suoi concerti prima di cantare Le ragazze stanno bene. Sostanzialmente dice che bisogna abbandonarsi alla realtà, alla certezza che un domani arriva, non per giudicarci, ma per accoglierci come una nuova possibilità, per tutti.

Mezzanotte e i passanti si tengono a distanza
Chiara aspetta con le quattro frecce
Sara che aspetta di cadere incendiando il cielo come un meteorite.

Se attraversi la città al buio o hai paura o fai paura. E Sara ha quella faccia scavata che tiene a distanza gli sconosciuti.
Chiara l’aspetta a lato della strada, aspetta che Sara le capiti addosso, sconvolgendo la sua vita come fa sempre prima di sparire.

E pensa: sei più bella adesso mentre sfiorisci,
sei come i fondali oceanici che resteranno sconosciuti,
di ritorno dai tuoi viaggi di quattro anni.

Ora che la vita ti ha tolto ogni parvenza di giovinezza, sei ancora più bella, di una bellezza misteriosa che non si sa come sia potuta accadere in questi anni in cui sei scomparsa. Forse in prigione, forse nel mondo.

Pensa: Guarda qui ci sono tutti i miei punti deboli,
guardami mi lascio dietro degli spazi bianchi.

Nel mio volto, rovinato dai vizi della vita sono evidenti le mie infinite debolezze. Mi lascio dietro cose di cui non ricordo nemmeno la ragione d’esser state.

Forse si trattava di accettare la vita come una festa,
come ha visto in certi posti dell’Africa.
Forse si tratta di affrontare quello che verrà
come una bellissima odissea di cui nessuno si ricorderà.

Ma insieme arriviamo alla stessa conclusione: che forse non è importante capire il perché delle cose, è importante festeggiare, che festeggiare è già un buon motivo per farlo. Affrontare i giorni come chi li affronta sapendo che tanto un giorno saranno solo memoria.

Nonostante il flusso costante di gente senza lavoro
di compro oro compro oro
respirando lentamente Chiara celebra la sensazione
della primavera finalmente in arrivo e del suo treno al binario uno.
E pensa: Sara sei ancora più bella la sera quando sei stanchissima,
sei ancora nella mia memoria interna,
sei l’interpretazione dei sogni che non riesco a ricordarmi.

E anche se tante cose sembrano fare schifo, come la gente che dorme per strada e i compro oro dove le persone vendono le catenine d’oro dei battesimi dei loro figli in cambio di venti euro. A Sara basta respirare e sentire nelle narici che la primavera arriva, come sempre, come il treno che gliela riporta a casa.

E pensa a Chiara che l’aspetta, stanca e bellissima dopo il lavoro, l’unica costante della sua vita scombussolata, unico segno di riconoscimento sui giorni passati così confusi e diversi l‘uno dagli altri.

Forse si trattava di dimenticare tutto come in un dopoguerra
e di mettersi a ballare fuori dai bar come ha visto in certi posti della Ex-Jugoslavia.
Forse si tratta di fabbricare quello che verrà
con materiali fragili e preziosi, senza sapere come si fa.

Forse bisogna dimenticare il male fatto agli altri come quello che abbiamo fatto a noi stessi. Come si prova a fare appena la guerra finisce. Ci si mette a ballare fuori dai bar, ubriachi già nel pomeriggio come fanno in quei posti dell’ex-jugoslavia dove ricordano troppo bene la morte per non celebrare la vita.

Ma poi Sara stava pensando ad altri volti di ragazzini morti a Caserta,
ancora all’interpretazione dei sogni, ai rumori di fondo e
alla magia che tutto sia senza senso.
E adesso dal loro osservatorio astronomico su una scala antincendio
Chiara le ha detto che è pulita che ha smesso
non c’è alternativa al futuro.
Rientrano in casa e appena dentro si sentono benissimo i rumori e le voci degli altri appartamenti ma è tutto perfetto, è tutto perfetto.

Quando i flash di ciò che è stato ti colpiscono come un fulmine a ciel sereno, vuoi solo tornare al presente, i rumori di fondo ti incuriosiscono, realtà diverse convivono in un concerto senza direttore. E dall’alto della città, in un luogo qualsiasi, finalmente Chiara riesce a dirle che non si droga più, anche se sono anni che non tocca niente, ma adesso sa che non lo farà più davvero.

Ed è rassicurante sapere che tanto un futuro arriverà comunque, anche per lei e i suoi errori, anche se non fai scelta alcuna. Tanto vale farle, dunque.

E chiusa la porta della loro modesta casa, poco importa se le pareti sono sottili e le vite degli altri le circondano. Quella convivenza è perfetta come lo stare al mondo.

Forse si tratta di fabbricare quello che verrà
con materiali fragili e preziosi, senza sapere come si fa.
E padre eterno che sei così reazionario, che dal finestrino atterrando guardi Venezia dall’alto, hai visto il loro non era un amore poi tanto diverso.

E forse le conclusioni più banali rimangono le più vere e sbagliando si impara davvero, e allora puoi anche accettare di aver abusato dei tuoi giorni perché non avevi il manuale di istruzioni.

E Dio, anche se le novità fatichi a digerirle, puoi tranquillizzarti pensando che si tratta della solita vecchia banale storia che esiste da sempre: l’amore. Che è uguale a se stesso aldilà di nomi e colori dei protagonisti.

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