Coez ormai idolo delle folle, ha ancora paura di deludere

Delusa da me è un inno alla superficialità che a volte fa bene


Silvano Albanese ha fatto il botto, è ormai evidente. Nel 2009 pubblicava il primo album da solista Figlio di nessuno con una rabbia molto diversa e una dialettica meno musicale, ma con una forza comunicativa uguale o maggiore.
Analizziamo invece Delusa da me tratto da Faccio un casino.

Potremmo non uscire stasera e magari vederci mai più
Senza tenerci la mano
Nello smog di Milano
Solo levarci i vestiti, fare a gara fra i due a chi ha più cicatrici

Parla di un accordo, di un piano tutt’altro che stupido. Quello di non scavarsi dentro, neanche un po’, di non grattar via la superficie che ci protegge e ci distanzia. Solo guardare i nostri corpi nudi con scientifica tranquillità, contare le cicatrici senza restarne colpiti, senza chiederne la storia.

Non sono mica venuto per salvarti da che
Io che non cerco nessuno che mi salvi da me

A volte tendiamo a investire noi stessi e gli altri di ruoli che non meritiamo o che gli altri non vogliono necessariamente avere. Come se volessimo fare sempre più del necessario ed essere ricordati dagli altri meglio e più di tutti.

Così che non resti delusa, delusa da me
Così che non resto deluso, deluso da te

Coez invece ci propone di fermarci al letto per prevenire quello che oltre potrebbe esserci e che potrebbe anche non dare valore aggiunto, ma toglierne.

Che poi mi dirai, non ci stanno male
le mie cicatrici vicine alle tue
È tardi, che fai?, dove sei?, come stai?
E passa qui a casa, che sono le due

Ma poi uno dei due ci prova sempre, ci casca sempre. Perché eravamo abituati a un corpo che non smetteva di esistere dopo un rapporto, per abitudine o curiosità. Perché alcune persone non sono fatte per non affondare anche gli occhi nella carne di una persona, oltre che le mani. E quindi la notte strizza l’occhio a un incontro di troppo, e passa da casa, che sono le due.

Io che non cerco nessuno che mi salvi davvero
Nessuno che mi salvi davvero

Ma poi ha il sopravvento la consapevolezza di quello che stiamo cercando: nulla, una volta tanto. Non si sta male da soli e pieni di cicatrici misteriose. Arresi solo a se stessi.

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