L’ultimo album di Flavio Pardini è come ce lo aspettavamo: doloroso, ma accogliente. In fin dei conti Gazzelle sta bene.
Finalmente è uscito un disco frizzantino, solare, da spiaggia…
Per affrontare al meglio le vacanze natalizie, l’ultimo disco dei Gazzelle è quello che ci voleva. Della serie che se ti senti solo almeno un briciolo tra un pranzo coi parenti e l’uscita con gli amici di sempre, ci ficchi un pezzo qualsiasi delle nove tracce di Punk e il gioco è fatto: non puoi che cercare del gin, anche scadente, e tentare di scordare il tuo stesso nome. Quindi correte a comprarlo, finalmente un’altra ottima scusa per ‘mbriacarsi. Che come i Rotoloni Regina, non finiscono MAI.
Tu sapevi un po’ di punk
Di torta al cioccolato, di fiore calpestato
A mezzanotte e mezzo il locale s’è svuotato
Un bacio congelato sapeva di Milano
Io sapevo un po’ di tour
Di maledetto me, del tempo che ho sprecato
E in fondo dimmi
Hey ma quante cose brutte che devi aver passato
Palato nel palato, ora sembra di capirci
Sembriamo quasi amici
Ora sembra di capirci
Sembriamo buoni amici
Eri così, onestamente strafottente, dolce e ferita, ma libera.
Rimaniamo solo noi qui, smarriti in una notte per pochi, nel freddo darsi un bacio diventa più facile, anche se io puzzo di sigarette e delle mani addosso degli altri.
Di tutto il tempo che non c’ero per te, del male che hai sofferto, abbandonata ancora. Mentre ora da lontano sei così semplice da interpretare ed è così facile volermi bene. Stiamo bene vicini da lontano.
Preso male che non c’è
Più nessuno come te
E piangi sul cuscino
Tutte quante le mie lacrime
E bevo come un ragazzino
E quando bevo senza te
Quando faccio schifo
Quando faccio schifo come te
E se ci penso quando mi ricapita, quando mi ricapiti.
Da piangere come un bambino che ti ho perso e mi ubriaco con i cocktail quelli da 4 euro in plastica, quelli che piacevano a te. Li bevo pensandoti e scacciandoti, e fare schifo in fondo mi fa sentire più vicino al tuo ricordo.
Tu sapevi un po’ di punk Di fissa coi Nirvana
Di metropolitana a mezzanotte e mezzo
Un’occhiata dentro casa
Un bacio senza pausa sapeva di Long Island
Io sapevo un po’ di tour
Di maledetto me, del tempo che ho sprecato
E in fondo dimmi
Hey, ma quante cose brutte che devo aver passato
Palato nel palato, ora sembra di capirci
Sembriamo buoni amici
E tu quanto eri giovane con i Nirvana nelle orecchie e la strafottenza.
E i baci ubriachi ma non troppo, dolci per la mia età. E io già altrove, ma mi mancava. E mi mancavi, ma giravo come una trottola perché era quello che in fondo sognavo. Solo che a viverli i sogni sono diversi. E adesso, fiato sul fiato è più facile parlarsi, di cose ormai lontane, che sembra tutto bene, che sembra tutto a posto. Sembriamo amici, ma.