Quanto sangue puoi permetterti di perdere ancora?


Quanto sangue puoi permetterti di perdere ancora?

Quanti pensieri puoi condividere e quante persone riesci a farci stare in quello spazio piccolo dove ti si vedono le ossa, incrinate dal peso dei giorni?

È una gara a perdere, e lo hai sempre saputo e sei ancora lì che ti domandi se ne valga la pena, di donare la parte peggiore e più preziosa di te, ogni volta che ti svegli con il sole caldo addosso. Hai deciso e basta, di tatuartelo, di farne un vanto quando in realtà non ti hanno insegnato a essere diversa e se non te ne accorgi è perché guardi dalla parte sbagliata.

E finché hai fiato corri, è stare ferma che ti terrorizza, non sono certo i muscoli che cedono. Quelli hanno sollevato pesi che non diresti mai. E mentre corri, sempre e costantemente, perdi la coordinazione, sbavi, traballi, d’altronde la precisione appartiene a chi si prende il tempo per fare solo la cosa giusta, mitigando tempeste che tu invece insegui.

Poco importa se corri intondo con le cose fuori al posto loro, che ti sorridono perché si sono affezionate, a quella matta che corre forte senza arrivare mai da nessuna parte. Perché cercarlo per sempre, un posto speciale, è meglio che fermarsi in un posto qualsiasi.

In fondo lo sai che il segreto è rallentare il respiro, rilassare il diaframma. Sulla teoria non sbagli un colpo. È la pratica che ti fotte, la sfida.

La volontà incontrastabile di non deludere il pubblico, di vincere sempre, anche su se stessi. Salvo poi capire.. che sensazione impagabile è talvolta, la resa.

Ritornare sconfitta e contenta, facendo finta di niente.

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