A Mirco i convenevoli hanno sempre fatto schifo

Mirco è tornato un paio di giorni in Italia, ci siamo visti in pausa pranzo perché non ho mai tempo, dico.

Lui è uno che lo rivedi dopo 2 anni e non ti chiede manco come stai. No lui dopo venti minuti che ascolta i tuoi resoconti inutili ti pianta gli occhi negli occhi e ti chiede.

Beh, ti senti solo?

Che tu dici cazzo, ma i convenevoli?

Ma siamo amici perché siamo marziani entrambi su questa terra di cerimonie e comandamenti.

Non è che voglia dire né sì né no, è che non ci avevo mai pensato. E forse non per caso.

E poi forse non ce n’era bisogno.

– Andiamo fuori città.

– Beh tecnicamente ci siamo già.

E allora mi hai detto la città finisce dove gli alberi non sono più numerati. Cazzo che tristezza.

Sono censite anche le piante in questa parte di mondo.

Assurdo come tu sia l’unico che riesce sempre a non parlare di sé, per ore e stai bene così. Ma le paure che condividiamo non sono diverse, riesci a dire tanto nel tono che usi nel pronunciare questo o quel nome.

Tiri fuori il burrocacao e sbuffi…

Le cose che stanno per finire danno quasi fastidio, poi quando le butti però ti mancano.

Hai presente il dentifricio?

Che fastidio spremerlo tutto da fondo a cima per ricavarne una puntina, ecco, ma stare senza è peggio però. Allora le cose dovrebbero passare da piene a vuote, e solo dopo a scarse. Così te le godi meglio.

E fiero di questa tua intuizione hai continuato a fare foto davvero inutili in quell’orrendo angolo di mondo.

– Ma cosa fotografi?

– Guarda lì. sono sempre in campeggio loro. Non è bellissimo?

mah.

non lo so se è così bello.

Ma mi avevi quasi convinto, oggi che è il primo giorno di marzo che ci fa caldo, ma solo perchè abbiamo ancora addosso la giacca dell’inverno e tanta voglia di mangiare all’aperto, anche se le mani ancora si raffreddano alla lunga.

cazzo sono quasi le due

Ed è finita che non abbiamo mangiato, che poi sono le pause pranzo migliori. Quelle in cui fai quello che vuoi, non quello che dovresti.

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