Non aspettatevi storie dal gran finale e singin’ in the rain. Niente balli a braccia e gambe larghe.
Ma Vasco ci ha stupiti con il suo primo singolo: Stelle Marine. A partire dal titolo. Ci riporta sulle spiagge che ospitano giochi da piccoli esseri umani: la caccia alle conchiglie, alle voci che le abitano. Ben lontani da Canzoni da spiaggia deturpata, dove però sapevi a cosa andavi incontro. Una spoglia chitarra accompagnava talvolta le grida, talvolta sentenze arrese che non avevano nessuna pretesa di speranza. Con me non devi essere niente.
Vasco è tornato su quei litorali di siringhe, con un bel set di percussioni e basso; il primo singolo è svergognatamente orecchiabile.
Vi ricordate Destini Generali? Era il primo singolo di Costellazioni, e voleva essere «una specie di inno, un festeggiamento senza senso di illogica allegria» a detta dello stesso Brondi. Eppure stringeva nodi alla gola.
E le parole di quel giorno,
Mentre ti spogliavi in mezzo
ai campi
Saranno argomenti più memorabili
Dei nostri lunghi abbracci
La malinconia vestita a festa colpisce più secco, colpisce alle spalle.
Non che in Stelle Marine ci siano coriandoli e festoni. Non mancano mai la notte buia e i tributi a Rino Gaetano, se no dovremmo preoccuparci. Ma Vasco ha fatto crescere la barba lunga; che sia pronto a seguire le orme del Brunori-dance nel tour de Il cammino di Santiago? Speriamo vivamente di no.
Siamo fiduciosi
sono sacri gli interessi dell’Eni
in questa città stupenda
dove si infrange l’onda migratoria
e il dormiveglia di chi passa tutta la notte sulla 90
La barba sembra non avergli dato alla testa
Ora che ha mostrato la merce, possiamo affrettarci a comprare il biglietto per il tour di Terra che siamo sicuri non deluderà un’attesa durata quasi 3 anni. Il tempo di un’infinita crisi di passaggio.