Tikibombom di Levante accontenta tutti: Ariston e Spotify
Una canzone credo debba essere tante cose: un bel testo e una bella musica su cui appoggiarsi, principalmente. Ma una canzone di Sanremo deve essere qualcosa di più che un buon pezzo per Spotify. Deve colpire seppure cantata con evidente emozione, seppur dal vivo e con un’orchestra che non è fatta dei tuoi soliti accompagnatori sul palco, ma di professionisti eccellenti che suonano strumenti più classici con cui alcuni giovani non hanno mai avuto la possibilità di cimentarsi.
Per me la vincitrice, per quanto visto finora, è Levante. (Ancora una volta non perché sono di Torino, dove ha abitato agli albori della sua carriera e dove capita spesso e volentieri di vederla bazzicare, ma perché ha fatto una signora performance). La ricordo quando cantava “mela” di Bianco ed era lui quello famoso; poi la sua voce ha distrutto gli argini della città sabauda e ha raggiunto tutto lo stivale. Negli anni si è reinventata: scrittrice, fashion instagrammer, tanto che mi chiedevo che peso avesse ora la sua musica sui suoi like. Ieri con Tikibombom ha fatto breccia trasversalmente sul pubblico sanremese.
Capita spesso che al Festival ci siano due fazioni: quella tradizionalista spesso portata avanti da vecchi e vecchissimi che ripropongono canzoni che potrebbero essere state scritte durante il boom economico e le cantano in abiti classici e con portamento cerimonioso e poi i ribelli che portano sul palco prima di tutto loro stessi e la loro provocazione; la canzone a volte è un accessorio e spesso la voce è quello che è, o è un dono grezzo o si punta tutto sull’interpretazione.
E poi lei arriva e mette d’accordo nonn* e bambin*.
Voce da Mina, testi che si addentrano in tematiche scomode senza scadere nel provocatorio, il tutto condito da chili di figaggine, moda e tatuaggi rock&roll. Voto: 10
Ciao tu, animale stanco
Sei rimasto da solo
Non segui il branco
Balli il tango mentre tutto il mondo
Muove il fianco sopra un tempo che fa
Tikibombombom
Una lettera confidenziale a un’anima simile, a tutti quelli che hanno deviato il percorso dal seminato, a chi segue il ritmo che più gli piace, anche se è fuori tempo. Tiki bom bom è un richiamo facile e sensuale che non tutti sanno e vogliono accogliere e chi non lo sente suo, è fuori.
Hey tu, anima indifesa
Conti tutte le volte in cui ti sei arresa
Stesa al filo teso delle altre opinioni
Ti agiti nel vento
Di chi non ha emozioni
Difficile è stare nei pochi e non nei tanti, piccol* ti senti, lontano da chi porta avanti insieme una grande unica presunta verità, che prova a mangiarsi la tua, fragile, ma non spacciata.
Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé.
Laggiù, tra cani e porci,
Figli di un Dio minore pronti a colpirci
Per portarci giù con sé, giù con sé.
Meglio non condividerle le cose, che dissacrarle, che dissacrare se stessi in nome di un consenso o del quieto vivere. Meglio restare sulle proprie gambe che insieme in ginocchio, nel fango.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Brilliamo, ma altrove. E ci scopriranno, bellissim*.
Non sventoliamo, ma sappiamo cambiare il tempo,
Ultim* e inesplorat*, l’unicità è la nostra forza.
Ciao tu, freak della classe
“Femminuccia” vestito con quegli strass
Prova a fare il maschio
Ti prego insisto
Fatti il segno della croce e poi
Rinuncia a Mefisto
Tu, uomo indegno del maschio appellativo,
dai, provaci, a vestirti in modo anonimo, almeno,
a pregare Dio che ti perdoni, rinuncia al peccato della tua identità perversa.
Hey tu, anima in rivolta
Questa vita di te non si è mai accorta
Colta di sorpresa, troppo colta
Troppo assorta, quella gonna è corta
Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé.
Tu, che l’anima ti ribolle, che la vita non ti si addice mai,
troppo secchiona, troppo a cazzi tuoi, troppo mignotta.
Scegli di non stare mai più accanto a chi ti trascina giù perché non ha un sogno e quindi tu non ti azzardare, resta qui.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Noi siamo angeli rotti a metà
Siamo chiese aperte a tarda sera, siamo noi.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Noi siamo l’ancora e non la vela
Siamo l’amen di una preghiera, siamo noi.
Ciao tu, animale stanco
Sei rimasto da solo
Non segui il branco
Balli il tango mentre tutto il mondo
Muove il fianco sopra un tempo che fa
Tikibombombom
Da sol* balli una musica che cura ogni movenza e ne dona senso e significato, lontano da chi prova a tenere un ritmo sempre identico e mai imperfetto, che fa tiki bom bom bom.