La vita va è una lagna triste che sa di fine già scritta, ma che nel breve viaggio passa attraverso la felicità
Di canzone dei Baustelle ce ne sono moltissime di cui vorrei parlarvi. ne ho scelta una che non è tra le mie preferite, ma d’altronde ci sono pezzi che devi capire prima di apprezzare. Ci proviamo allora.
Felicità: ci si arriva a nuoto
La felicità è una caletta riservata a pochi, in cui navi e imbarcazioni non possono attraccare. Ci puoi restare poco, poi il sole cala, fa freddo e non hai da mangiare con te.
Quando lei lo baciò, disse:
Amore, non farmi male
Non farmi soffrire
E su quella spiaggia trova lui e anche quando lo bacia, lui non riesce a liberarsi dalla paura che quel sentimento faccia male tanto quanto fa bene. Che il prezzo sia troppo alto.
Ho fatto un sogno: tu c’eri
Ma siccome l’ha vista nei tuoi sogni, allora di questo si fida, dell’indole, di ciò che sfugge al rigoroso controllo della sua mente.
Quando lui la baciò, si sbagliava
Forse mentiva, piangeva di gioia
Alla fine ne valeva la pena e quel bacio che prima sapeva di timore fu poi un pianto di gioia. Incosciente e felice.
Ha dèi crudeli, la vita
Quando lei se ne andò,
mi ricordo bene il suo sguardo
Lasciò qui la giacca. Il mio amore è freddo.
Ma ci sono cose che accadono per forza, che accadono comunque e non ti colgono nemmeno di sorpresa. Va via alla fine lei, come era scritto, con quello sguardo di chi non chiede scusa, perché ha fatto semplicemente quello che il suo personaggio le imponeva. Va via così, senza giacca, incurante del freddo che lui invece sente forte. Lasciando apposta qualcosa dietro di sè, un ricordo che ferisce, l’indizio di un ritorno. Un’impronta indelebile che non rincuora. E la vita, va.