Vi siete accorti che i social vi danno (quasi) sempre ragione?
Non perché avete sempre ragione, chiaramente.
Ma perché Facebook come molti altri social network ha un algoritmo che decide cosa farvi vedere e cosa no, e lo fa in base ai vostri comportamenti.
No, non è un complotto quindi o una questione di poteri forti, non propriamente. Siete voi artefici del vostro feed in altissima percentuale. Il perché è presto detto. L’obiettivo dei social è quello di essere un luogo piacevole, così piacevole da tenervi incollati allo schermo il più a lungo possibile per far fruttare al meglio le pubblicità ovviamente e per tenervi stretti a sé.
Secondo voi è più piacevole leggere, ascoltare , vedere, una realtà aliena, ideologicamente distante oppure un sacco di contenuti specchio dei vostri? Ovviamente questo meccanismo è reciproco per cui chi vede le vostre opinioni spesso è chi la pensa come voi, gratificandovi con un like o un commento.
Quanto è bello quando pubblichiamo un contenuto che riteniamo geniale e sentiamo una miriade di notifiche arrivare, vediamo tanti cuoricini sotto il nostro post e scorriamo la lista di chi ci approva?
L’uomo è un animale sociale che si nutre del rapporto con l’altro; l’approvazione è alla base della nostra socialità, così come lo è o dovrebbe esserlo la dialettica: Nei social però questo secondo aspetto è spesso sacrificato, messo da parte o assume la forma del famoso “hate speech”.
La scuola è occasione di confronto per eccellenza
Bisogna dunque fare attenzione. Ad esempio la scuola è l’occasione principe di confronto tra diversità e della possibilità di dare sfogo alla dialettica. Bambini e poi ragazzi provenienti da contesti diversi, storie diverse e presumibilmente idee diverse che sono “costretti” a stare nella stessa aula, non si possono eliminare come un personaggio scomodo dalla bacheca.
Con l’età adulta, diventa più impegnativo non chiudersi in una cerchia di approvazione. Facilmente le persone che frequentiamo sono quelle che abbiamo scelto, e magari proprio in virtù di affinità di pensiero. Diventa fondamentale tenerci stretti i luoghi di aggregazione eterogenei o trasversali, come quelli sportivi. Puoi condividere lo spogliatoio con gente così diversa da te, che neanche immagini se non lo hai mai provato, e quello è un vero percorso di arricchimento: il costante confronto anche silenzioso con qualcosa di apparentemente molto diverso da te.
In questi mesi non ci restano che i social
Dunque oggi, senza questi luoghi fisici di incontri e confronti ci rimangono spesso soltanto i social network per osservare altro che non solo le nostre opinioni. Mai come adesso vale la pena eseguire un esercizio che mi impegno a fare da anni. Non eliminate ciò che non vi piace o vi irrita. Tutti noi abbiamo tra gli “amici” di Facebook degli individui con cui non c’entriamo nulla, magari siamo originari dello stesso paese o neanche sappiamo bene il perché sono tra i nostri contatti. Questi soggetti spesso pubblicano cose che ci fanno accapponare la pelle, perché lontani anni luce non solo dai nostri gusti, ma anche da quello che riteniamo eticamente e socialmente accettabile. Però con estrema fatica vi consiglio di non cedere alla tentazione di eliminare quella persona dalla lista degli amici, né di smettere di seguirla, opzione che consente di tenere la cyber amicizia senza sorbirsi gli aggiornamenti sul feed (opzione invece consigliatissima per ex fidanzati e parenti che pubblicano gattini). Io vi dico resistete, anzi commentate, con intelligenza, con sarcasmo, senza scadere nella rissa pubblica.
Questo consentirà all’algoritmo di lasciare spazio a un po’ di contraddittorio nelle vostre bacheche; sembra una scemenza, ma secondo me è fondamentale per avere il termometro della situazione. Su tutto: musica, politica, interessi di varia natura e genere. Potreste ricavarne piacevoli sorprese: cantanti che non avreste mai pensato di apprezzare e vi potrà capitare persino di far vostre idee che non avreste mai pensato di appoggiare.
Occhi aperti e menti spalancate
I social possono essere irritanti, ridondanti di retorica, così come possono lusingare e nutrire la nostra autostima nei giorni più bui. Facciamone un uso consapevole e proviamo ad avere occhi critici, ma sempre aperti sulle nostre bacheche. Fate delle vostre bacheche delle classi virtuali dove voci diverse alzano la mano e parlano educatamente e voi ascoltate tutto e poi, dite la vostra se pensate di avere qualcosa da dire, da dare, ma anche no. Come ve la sentite.